18 ott 2023

Si può insegnare la "CAZZIMMA"?




What is CAZZIMMA? 
E cosa c’entra col ping pong?, C’entra, C’entra eccome.

Diciamo che ormai in allenamento sapete eseguire gli schemi, avete padronanza dei colpi, block, topspin, servizio, risposta. Abbiamo capito che i “compitini a casa” li sapete fare, ma adesso iniziano le vere sfide: campionato regionale e  primi tornei.

Siete insomma classificati come ATLETI AGONISTI, si dico a voi, non importa se imberbi adolescenti scattanti e in forma oppure quarantenni e oltre gli “anta” in sovrappeso:  siete in ballo e bisogna lottare, perché voi volete vincere, vero?  Non ho mai conosciuto nessuno che in uno sport di competizione ama perdere: se volete solo fare esercizio fisico per smaltire le tossine del” logorio della vita moderna” fatevi la corsa al parco, non venite a farci perdere tempo in palestra, perché qui vogliamo COM-PE-TE-RE.

Non mi importano le vostre motivazioni che possono più o meno essere valide e nemmeno i vostri obiettivi. Gli obiettivi li definirete strada facendo: D3-D2-D1-C1...B.. A2-A1 Olimpiadi e oltre, chi può saperlo?

Intanto siete in D3 e cercate di iniziare bene con la vostra squadra, aiutatevi e supportate il gruppo, scambiatevi consigli, ascoltate sempre chi è più bravo e poi cercate di applicare. 

Ok, tutto giusto, ma eravate abituati ai compitini; qui adesso nulla è regolare, bisogna improvvisare, cambiare gioco e adattarsi all'avversario, mica davanti avete uno sparring che vi tira le palline tutte belle ordinate secondo lo schema. Eh no, vi piacerebbe!

Certo se non sapete la tecnica di base, difficile farsi strada, ma se oramai questo livello di principiante lo avete superato, adesso dovete saper applicare la grammatica per costruire se non delle poesie, quantomeno delle frasi sensate con le parole (=i colpi del tennistavolo) che avete a disposizione.

Lo rispiego per chi non avesse capito. Le tecniche che avete appreso, i colpi che avete imparato durante gli allenamenti costituiscono la grammatica e gli elementi che dovete utilizzare e ORGANIZZARE in partita; li dovete comporre in modo sensato per creare il vostro gioco, il vostro stile personalizzato.

Certo che poeti (super-campioni!) bravi come ad esempio uno come Jan-Ove Waldner ne nascono uno ogni cinquanta anni; voi aspirate certo ad essere come lui, ma oltre alla fatica, ci vuole un immenso talento e FORZA MENTALE  robette non proprio alla portata di tutti. Intanto però avete già un modello a cui ispirarvi che è un buon inizio: studiate e analizzate le sue partite in dettaglio, non solo lui, anche i suoi avversari mentre ci siete.

Iniziate a fare le prime partite da agonisti e vi sorprendete di come male giocate, di come non riuscite ad esprimere quanto di buono espresso coi compitini di cui sopra. Il vostro gioco, messi sotto pressione, è un insieme di robe disordinate, senza un filo logico, qualche colpo ogni tanto vi riesce, ma troppo spesso sbagliate e vi trovate a testa bassa a raccattare mesti mesti la pallina dal vostro lato del tavolo.

Eppure negli allenamenti e anche nelle partitelle tra pari ve la cavate e vincete spesso, come mai adesso che la posta in gioco è reale e il punteggio conta, stentate così tanto?

“TESTA- TEES-TAAA” vi gridano dall'angolo, ma che vuol dire?

The next level.

Qui inizia la seconda fase dell’evoluzione di un giocatore e mi rivolgo a te che mi leggi e hai iniziato da poco il tuo percorso: se vuoi competere ad un livello decente devi capire che il tennistavolo necessita della parte psicologica, oltre che della parte tecnica. Forse lo sapevi già, qualcuno te ne aveva parlato, ma adesso subisci questa cosa e non sai cosa fare, anche perché la psicologia nello sport è roba seria, troppo preziosa per lasciarla solo ai semplici psicologi.

Se vuoi vincere devi saper dare il meglio di te non solo da un punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista mentale. Questa seconda parte è la più difficile da acquisire e da sviluppare perché mica è facile insegnarla come l’apertura del topspin su palla tagliata. Il cervello è l’organo più complesso dell’universo, ci sono più neuroni nel cervello umano che stelle nella nostra galassia (oddio, magari qualcuno non ne possiede così tanti...!), mentre giochi il tuo cervello deve fare un sacco di cose per tenerti in vita: far battere il cuore, respirare, depurare il sangue attraverso i reni  e altre cosucce del genere. 

Ma ancora visto che sei lì proprio per questo: il tuo organo più prezioso deve dare i comandi per azionare i tuoi muscoli e articolazioni (piedi-gambe-braccia-mani, ecc...) e calcolare al millisecondo i tempi di impatto racchetta/pallina proprio nel modo in cui  vorresti  come quando hai esercitato durante i compitini.

Ad alto livello c’è una professione specifica che si chiama “mental coach” e ha come scopo quello di mettere l’atleta nelle migliori condizioni mentali affinché l’atleta esprima il massimo del suo potenziale.

All'inizio, al basso livello da cui tutti iniziamo, (ebbene si, anche i campioni sono partiti da zero come tutti) bisogna farci crescere dentro quello che i miei amici napoletani chiamano “CAZZIMMA”, termine che può avere sfumatura positiva o negativa.

“La cazzimma comprende mix di concetti che vanno dall'audacia, all'astuzia, all'autorità, ma anche un pizzico di malvagità, e magari di perfidia ai danni di qualcuno, al fine di ottenere un proprio tornaconto.

Ma ancora, se ad un nostro collega di lavoro o anche ad un nostro amico, vorremo consigliare (nella speranza che ce lo abbia chiesto lui e non ci staremmo facendo beatamente i fatti suoi) di prendere di petto la situazione, di rispondere alle accuse o alle offese di qualcuno, di reagire finalmente ai soprusi di un partner o del proprio capo, potremo dire: “Tu devi cacciare un po’ di cazzimma” . Qui, la parola si colora anche di attributi positivi, non tanto di crudeltà ma di scaltrezza, di sicurezza di sé e capacità di cavarsela.

Se avete notato, cambia anche il verbo che accompagna il sostantivo. Se la si “caccia, il significato nascosto è che la natura della persona cui si riferisce sia buona, docile e che però, ad un certo punto nella vita, si renda necessario tirare fuori gli artigli e difendersi.

Se la si “tiene”, allora è meglio non fidarsi tanto della persona cui si sta riferendo, la quale per proprio tornaconto potrebbe facilmente approfittarsi di noi.”

(cit. dal sito: https://grandenapoli.it/la-cazzimma-spiegata-a-chi-non-e-di-napoli/).

Ovviamente io auspico che tu tirerai fuori la cazzimma positiva, quella che ti fa vincere il punto col topspin di dritto dopo aver spiazzato l’avversario, non quella che prende lo spigolo o la retina, quella infatti ha un altro nome.

Già, ma se uno la cazzimma non ce l’ha, come fa a cacciarla fuori?

Si può farla crescere a poco a poco. Qualcuno per talento personale oppure perché ha incontrato dei bravi insegnanti che hanno saputo annaffiare la piantina, farla crescere a poco a poco fino a farla germogliare.

La cazzimma positiva serve a far superare gli esami a scuola, serve a non subire troppo nel mondo del lavoro, a farsi strada nella vita insomma, mica solo nel ping pong. La cazzimma la riconosci nei vincenti, quelli che lottano su ogni punto. Quelli che sanno creare le debolezze nell'avversario, che lo spiazzano con la posizione, che lo confondono con la variazione dello spin, che alternano frequenze e ritmi diversi (anticipo/timing). Quelli che sanno applicare le strategie sulla terza e quinta palla, quelli che cercano di attirarti nelle trappole e non farti giocare come vorresti tu (tu, metronomo appassionato mero esecutore di schemi regolari!).

Quelli che sanno rispondere al tuo servizio in modo sorprendente con un misto di sidespin-push corto che ti costringono ad alzare la pallina e ti flippano in faccia la quarta palla mentre tu volevi schiacciare con la tua terza.

Tutte questo insieme di astuzie e tecniche servono ripeto a metterti nelle migliori condizioni per esprimere il massimo del tuo potenziale.

Per prima cosa bisogna arrivare alla partita sgombri di mente da tante cose che ci affliggono quotidianamente (colleghi str**i, fidanzate/i mogli/mariti qualche volta petulanti, soldi, affitto, ecc...) e pensare solo alla PARTITA. Il vostro universo è li’ quello in pochi metri quadrati verdi che mentalmente ti sei preparato prima ad affrontare (se non lo hai fatto peggio per te!).

Il tavolo, tu e l’avversario, STOP. Tutto il resto non esiste almeno per quei pochi minuti in cui dura la partita. Concentrati sul punto in diretta che stai giocando, il punto passato ormai è andato, al successivo ci pensi dopo.

Ce l’hai una tattica, una strategia di gioco? Non mi dirai che giochi a caso? (Questa considerazione da sola merita una serie di post a parte, ne riparlerò tra qualche tempo.)

Ma come, il tuo colpo migliore è il topspin di dritto e ti trovi a giocare nell'angolo di rovescio? Applica le tecniche che hai imparato. Ma soprattutto: “CAZZIMMA”, cambia gioco, fai qualcosa contro il tuo avversario. Concentrati e non mollare mai, FINO ALLA FINE!

Quante volte hai recuperato da 0-2 a 3-2? Hai registrato le tue sensazioni di quei momenti? Hai sentito l’adrenalina scorrerti nelle vene? Hai saputo chiedere sinceramente scusa all'avversario quando tu hai preso lo spigolo? Hai saputo mantenere la calma quando lui ha preso la retina? Lo hai odiato con tutte le tue forze? Hai desiderato batterlo oppure ti sei impietosito e gli hai concesso chance, sbagliando, perché è più vecchio, più grasso di te e ti fa pena?

In partita devi mettercela tutta e finire contento per le tue prestazioni sia fisiche che mentali. Esplora i tuoi limiti, e sappi che i tuoi limiti mentali sono sempre più grandi di quelli fisici.

Se raggiungi questa consapevolezza sei a buon punto, sai su cosa maggiormente lavorare. Inutile insistere sui soliti schemi ripetitivi, prova qualcos'altro, cambia partner durante gli allenamenti, prova ad attaccare se sei un difensore, a difendere se sei un attaccante, questo aiuta a cambiare punto di vista sulle cose. Sei un giocatore vicino al tavolo, impara a giocare anche da lontano quando serve. Sei un difensore? Prova ad attaccare e sorprendere l’avversario tutte le volte che puoi.

Insomma non specializzarti, soprattutto all'inizio della tua carriera. Nel gioco cerca di essere SORPRENDENTE, FANTASIOSO e ricerca il MIGLIORAMENTO CONTINUO, solo così ne trarrai il massimo giovamento.

Lotta durante tutta la partita. Quando perdi non serve arrabbiarsi, ma cerca di analizzarti e capire il perché:

Perdi contro i più forti, perché sbagliano di meno loro oppure perché ti impongono il proprio gioco? 

Hai sbagliato tu, ma perché? Dopo ogni incontro sia vinto che perso segnati perché è andata bene o male e ripassa spesso queste tue note per gli allenamenti futuri (fisici e mentali). 

Non sai fare il flick di dritto?, allora migliora questa specifica tecnica. 

Pensavi alla guerra in Ucraina? Puoi farci qualcosa? Se no, allora cerca di arrivare con la mente sgombra dai brutti pensieri: RESET, respira tre volte, trattieni il respiro quattro secondi e poi riparti. Usa bene il time-out e le pause varie non solo per rifiatare, ma anche per pensare alla tattica da adottare per utilizzare i tuoi colpi migliori.

Se questa auto-analisi non  l’hai mai praticata sarebbe meglio che iniziassi a pensarci, magari con qualcuno più esperto che ti conosce, dirti come fa lui per concentrarsi e liberare la propria CAZZIMMA. Offrigli una birra ogni tanto e senti i suoi consigli preziosi.

Filmati durante le partite e riguardati. Meglio ancora: riguarda le tue partite con un esperto che ti fa notare cosa serve per migliorare.

Se sarai fortunato e saprai cogliere l’occasione, magari questa strada qualcuno potrà insegnartela, la CAZZIMMA dentro di te ti auguro di trovarla e farla crescere, ma le gambe e la “TEES-TAA” però, mi spiace ma queste devi mettercele tu.

(questo post è dedicato a tutti i miei ex allievi/e che hanno iniziato la D3 nel campionato regionale piemontese 23/24. In bocca al lupo!)

R.



1 commento:

  1. Che dire? Parole sante di una persona esperta e riflessiva nella vita quotidiana! Complimenti Riccardo.

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