TENNISTAVOLO E' SALUTE

 


Non sono un medico, ma mi interessa molto l'argomento salute e benessere psicofisico in relazione al tennistavolo. Per questo ho fatto una serie di ricerche sul web e ho trovato molto interessante la carriera di Salvatore Caruso, attualmente coordinatore di special Olympics Italia, qui alcuni link di riferimento:
In passato con la collaborazione di uno staff del quale fanno parte anche una neuropsicologa, una psicomotricista e un’assistente sociale, ha avviato il programma “S.A.E.F.” (Sport and Art Educational Foundation), sperimentato nel 2009 negli U.S.A., per lo sviluppo delle prestazioni cognitive in associazione alle attività di vita quotidiana.
Vi segnalo il blog di Salvatore Caruso:
ricco di approfondimenti sul tema salute e recupero abilità motorie e cognitive tramite la pratica del tennistavolo. 
L'ho contattato e mi ha autorizzato a pubblicare articoli presi dal suo blog inerenti le attività da lui svolte.
Inizio quindi a pubblicare integralmente un suo post del 2015 intitolato tennistavolo e disabilità. E' piuttosto lungo e dettagliato, sicuramente una lettura non facile ed agevole, ma spero ricca di numerosi spunti e riflessioni. 
Faccio prima un riassunto generato da ChatGPT (evidenziato in corsivo e in sfondo azzurro), poi chi vuole può leggerlo tutto. Buona lettura!

Il testo fornisce un'analisi dettagliata sulle correlazioni tra l'esercizio fisico, in particolare il tennis tavolo, e il miglioramento delle capacità cognitive in individui affetti da disabilità fisica e neurocognitiva. Ecco i punti salienti:

  1. Correlazione tra esercizio fisico e miglioramento cognitivo: Viene sottolineato come gli studi nel settore sportivo abbiano dimostrato che l'esercizio fisico può migliorare l'apprendimento, la memoria e stimolare la neurogenesi ippocampale, favorendo l'attivazione di regioni cerebrali coinvolte nell'attenzione e nel controllo cognitivo.


  2. Tennis tavolo come sport elettivo: Viene presentato il tennis tavolo come scelta ideale per la riabilitazione motoria e neurocognitiva, grazie alle sue caratteristiche di velocità, ritmo, e limitazione degli spazi di azione.


  3. Benefici fisici e cognitivi del tennis tavolo: Si evidenziano i benefici fisici come l'incremento di forza, resistenza e agilità, insieme ai vantaggi cognitivi quali concentrazione, coordinazione occhio-mano e controllo emotivo.


  4. Ricerche internazionali: Si citano studi condotti negli Stati Uniti e in Giappone che hanno evidenziato il beneficio del tennis tavolo nella riabilitazione cognitiva di individui affetti da demenza di tipo Alzheimer.


  5. Metodo di abilitazione attraverso il tennis tavolo: Viene proposto un approccio multidisciplinare che integra il tennis tavolo con la psicomotricità e il potenziamento cognitivo per favorire un miglioramento delle capacità attentive, motorie e cognitive.


  6. Metodo polisensoriale per l'apprendimento: Si descrive un metodo di insegnamento che coinvolge diversi sensi per migliorare la precisione e l'efficacia dei movimenti nel tennis tavolo, enfatizzando l'importanza delle sensazioni cinestetiche.


  7. Intervento individualizzato e feedback: Si sottolinea l'importanza di un intervento individualizzato e del feedback costante per ottimizzare l'apprendimento e correggere gli errori nel movimento.


  8. Efficacia del metodo: Si concludere sottolineando che l'efficacia del metodo dipende dall'identificazione precisa delle cause degli errori nel movimento, dal livello di coordinazione del soggetto e dall'uso di metodi semplificati.

TENNIS TAVOLO E DISABILITA'


Il progetto nasce da un’attenta ricerca scientifica sulla correlazione tra esercizio fisico (Tennis Tavolo) e miglioramento della performance cognitiva.

Gli studi condotti nel settore sportivo hanno rilevato che l'esercizio fisico migliora l’apprendimento, la memoria, incrementa la neurogenesi ippocampale ed aumenta le connessioni sinaptiche, favorendo l’attivazione di regioni parietali superiori coinvolte nell’attenzione e parte del giro frontale mediale associato al controllo cognitivo.


L'approccio di riferimento iniziale del progetto tende a favorire un sistema individualizzato che tenga conto dell'ottimizzazione delle risorse e delle capacità residue dell’utente sviluppando e migliorando la performance cognitiva in soggetti affetti da deficit neurocognitivi, mediante un percorso integrato di riabilitazione neuropsicologica, tennis tavolo e psicomotricità.


La scelta di adottare il tennistavolo quale sport elettivo per la riabilitazione motoria e neurocognitiva nasce da un'attenta analisi delle caratteristiche del suddetto sport; nello specifico la possibilità di modulare la velocità e il ritmo della palla, gli spazi ristretti di azione, l’occlusione continua della parte inferiore del corpo dovuta alla presenza del tavolo e le forti rotazioni subite dalla palla, non presenti in altri sport, hanno dato l'input alla ricerca iniziata da 24 mesi nei confronti di soggetti affetti da disabilità fisica e neurocognitiva.


Il tennis tavolo impegna il soggetto in una serie di attività percettive e motorie che avvengono in modo ricorrente. La sequenza continua dei colpi richiede la presa rapida di decisioni e l’anticipazione delle intenzioni dell’avversario. In questo sport, la decisione è multi dimensionale e richiede una netta distinzione tra percezione ed azione.


Tra i benefici fisici si riscontra un incremento della forza rapida, della resistenza e dell’agilità.

Il tennis tavolo, richiede concentrazione, coordinazione occhio-mano e massima precisione. In più c’è l’attività fisica aerobica e i muscoli compiono un vero e proprio lavoro, con notevoli vantaggi per l’ intero organismo, rendendolo uno sport completo: il movimento muscolare è di tipo aerobico e non si rischia di andare in debito di ossigeno; pertanto i benefici a livello cardiovascolare sono facilmente intuibili.


Chi gioca a tennis tavolo scarica le tensioni, l’ aggressività, lo stress, migliora il controllo dell’emotività e dell’impulsività, è ottimo per chi svolge lavori ripetitivi o che richiedono particolare attenzione. In definitiva, è uno sport che sviluppa la concentrazione e la rapidità nei movimenti. È  alla portata di tutti, dai bambini di cinque anni fino alle persone avanti con l’etá.


LE RICERCHE


Il progetto nasce dallo studio di ricerche internazionali che hanno posto l’accento sulla correlazione tra tennis tavolo e riabilitazione cognitiva in soggetti affetti da demenza di tipo Alzheimer. Negli Stati Uniti, mediante il programma SAEF (Sport and Art Educational Foundation), è stato condotto un progetto sperimentale che ha coinvolto un gruppo di pazienti affetti dal morbo di Alzheimer e altre varie forme di demenza, utilizzando il "tennis tavolo" come terapia.


Con il programma SAEF si è assistito ad un rallentamento della malattia grazie alla stimolazione fisica e mentale che il tennis tavolo comporta.


Inoltre da studi effettuati in Giappone è emerso che solo 10 minuti di tennis tavolo incrementano l’attività della corteccia prefrontale ed è utile per la coordinazione oculo-motoria (cervelletto e lobi parietali). Risulta fondamentale la concentrazione (corteccia prefrontale) in modo da poter monitorare la palla nello spazio (lobi parietali e lobi occipitali), figura fuori giri (lobi parietali e lobi occipitali), e  pianificare  strategie (corteccia prefrontale e cervelletto). 


Sulla base delle suddette ricerche è emerso che la continuità nella pratica del tennis tavolo favorisce un potenziamento dei riflessi e della coordinazione occhio-mano, favorendo altresì l’esercizio aerobico e l’interazione sociale.


TENNISTAVOLO E ABILITAZIONE


Al fine di comprendere la correlazione tra tennis tavolo e l'abilitazione neuropsicologica è necessario analizzare il rapporto dell’individuo con l’ambiente circostante. I processi percettivi permettono l’intercettazione dello stimolo esterno e l’attivazione mirata dei movimenti oculari permettendo di indirizzare lo sguardo verso la palla prevedendone la traiettoria e il punto d’arrivo. Al fine di compiere tale esplorazione l’occhio si muove secondo gli assi orizzontale, trasversale, verticale ed obliquo favorendo l’attivazione dei muscoli innervati nel nervo cranico e provenienti dai nuclei  oculo-motori situati nel tronco dell’encefalo. Le informazioni raggiungono infine il sistema nervoso centrale tramite la branca oftalmica.


I movimenti oculari di maggior interesse del nostro studio sono: l’inseguimento lento (smooth pursuit o tracking), i movimenti saccadici, le fissazioni (fixation) e il riflesso vestibolo-oculare. Il movimento di inseguimento lento, viene utilizzato per mantenere in posizione piccoli bersagli che si spostano sullo sfondo, è condizionato dallo stimolo quindi se lo stimolo accelera l’occhio accelera, se lo stimolo cambia direzione, l’occhio lo segue. 


L’esecuzione del movimento necessita di un atto intenzionale per essere eseguito, in altre parole per seguire un bersaglio con gli occhi, bisogna deciderlo. Il cervello, il corpo e il sistema oculo-motorio, funzionano in coordinazione durante le azioni motorie.


Gli stimoli visivi passano dal nervo ottico, giungono alla corteccia visiva primaria, (elaborazione stimoli visivi, rilevamento del movimento e percezione della profondità).


Le vie ventrali e dorsali inviano l’informazione ai lobi frontali. La corteccia frontale è conosciuta come la parte esecutiva del cervello e coordina il pensiero, la pianificazione e il linguaggio; sono associate  alla corteccia senso-motoria che è responsabile del senso del tatto, della pressione e della sensibilità, capacità che sono estremamente importanti nell’esecuzione dei movimenti. Nella parte frontale premotoria, il cervello accede alla memoria per l’organizzazione dell’azione e per compiere atti motori già eseguiti in passato.


Infine, i comandi vengono trasmessi alle regioni motorie del cervello, dove i movimenti vengono organizzati ed eseguiti. Ruolo fondamentale hanno i neuroni specchio, (corteccia parietale e frontale), deputati alla codifica delle azioni svolte da altri e sensibili alle intenzioni e agli stati emozionali. L’informazione, dalla corteccia occipitale si unisce alla corteccia somato-sensoriale, integrandosi e confluendo alla corteccia frontale. Il flusso informativo si muove verso l’area premotoria e la corteccia motoria (sommità cervello) per poi confluire lungo la spina dorsale raggiungendo gli effettori.

Tra le funzioni cognitive implicate nel riconoscimento ed elaborazione degli stimoli, un ruolo di primaria importanza è dato dall’attenzione, intesa come la capacità di rilevare, identificare e riconoscere gli stimoli selezionati.

Un giocatore di tennistavolo durante la risposta al servizio deve focalizzare l’attenzione su certi aspetti e contemporaneamente disinteressarsi di altre informazioni per riuscire al meglio nella sua azione.

PROGETTO

Lo studio delle ricerche internazionali nel settore ha permesso di traslare ed estendere i risultati giapponesi ed americani verso un target diverso (disturbi dello spettro autistico, disturbi psichiatrici, sindrome di down, ictus e patologie neuromuscolari ed epilessie) con la realizzazione di un protocollo operativo realizzato ad hoc. 


Le attività sviluppate nel presente progetto hanno previsto un intervento multidisciplinare di riabilitazione fisica mediante il tennis tavolo,  psicomotricità e potenziamento cognitivo. Dopo un periodo di 1 anno di osservazione dei pazienti presi in carico, è emerso un incremento delle capacità attentive, delle capacità motorie finalistiche e della flessibilità cognitiva. Gli obiettivi principali del progetto rivolto a soggetti con disabilità vanno dall’ottimizzazione delle riserve cognitive all’incremento delle abilità del soggetto. 


Alla base si ha un percorso individualizzato per ogni singolo paziente ed un intervento globale mirato alla rete sociale di riferimento dello stesso; con rete sociale ci riferiamo alla riduzione dello stress dei caregivers attraverso dei colloqui di sostegno psicologico mirati ad una maggior consapevolezza della patologia del familiare riducendone i vissuti di isolamento; è da considerare come base principale la generalizzazione delle strategie di compenso nell’ambiente circostante.


 Nella parte formativa esiste una vasta gamma di metodi per migliorare la tecnica dei movimenti, uno dei metodi è il METODO POLISENSORIALE, che si basa sull’interessamento dei vari tipi di recettori sensoriali. Per apprendere movimenti nuovi, risultano efficaci quei metodiche agiscono in contemporanea sulle diverse modalità sensoriali. Ciò nonostante si utilizza maggiormente l’analizzatore ottico e quello acustico, meno l’analizzatore tattile e le sensazioni relative allo stato di tensione e di rilassamento; come salterà agli occhi a chi si occupa di Tennis Tavolo un metodo polifunzionale che preveda l’acquisizione del movimento quindi con la giusta partecipazione dell’analizzatore tattile e delle sensazioni relative allo stato di tensione e di rilassamento, non può che essere un metodo ottimale per insegnare le nostre tecniche sportive che oltre all’acquisizione del movimento devono tenere conto in modo autorevole della sensibilità tattile e del rilassamento dell’atleta: diventano importanti quindi le informazioni sensoriali  tattili e cinestetiche. La capacità di discriminare le sensazioni cinestetiche coincide con il livello più alto della coordinazione motoria, questa è la capacità che più di ogni altra consente all’atleta/allievo di Tennis Tavolo un’esatta esecuzione dei movimenti. 


Le sensazioni cinestetiche si associano a movimenti concreti vengono sollecitate nel corso dell’esecuzione del gesto, ma non tutte le sensazioni cinestetiche sono conseguenze sensoriali del movimento eseguito. Un gesto perfezionato trova quindi le sue radici sulla costante verifica delle sensazioni cinestetiche, senza di esse non è possibile raggiungere nessuna precisione di movimento e neppure la capacità tecnica per conseguire risultati di alto livello.



IL METODO


Se si interviene in modo mirato sui diversi organi di senso è possibile aumentare l’attivazione delle sensazioni cinestetiche e di conseguenza migliorare la precisione gestuale. Il metodo consiste nel fornire informazioni circa il movimento codificato favorendo, attraverso il continuo richiamo mnemonico un consolidamento degli atti motori che possano permettere di eseguire in maniera corretta gli esercizi. Il metodo si basa  sull’informazione immediata, e la sua efficacia aumenta se le informazioni aggiuntive vengono date contemporaneamente all’esecuzione del movimento; ciò subentra mediante l’informazione verbale ( analizzatori visivo,tattile, uditivo, etc… ) che permette di riattivare rapidamente le sensazioni cinestetiche accelerando persino il processo di correzione di errori fortemente automatizzati. 


L’ integrazione verbale mette in evidenza come i cosiddetti linguaggi interno esterno favoriscano la trasformazione di un movimento da inconsapevole ad intenzionale e potenziano le sensazioni cinestetiche. In questo modo il paziente non ha soltanto la possibilità di operare una differenziazione meccanica dei parametri spaziali del movimento ma anche di esercitare un controllo cosciente sul livello di correttezza del movimento e regolarlo quando ne vengono modificate le condizioni ( es. top su palla più e meno tagliata ).


Per descrivere questo metodo poniamo un esempio concreto della sua utilizzazione nel Tennis Tavolo utilizzandolo per migliorare il Top Spin di Dritto.


Nella maggior parte dei casi il soggetto non riesce ad imprimere le giuste rotazioni o ad eseguire in modo corretto il movimento di caricamento e scaricamento del corpo poichè egli non opera un sufficiente controllo cosciente sul braccio e sulle gambe. L’elevata difficoltà coordinativa di questo gesto tecnico, dipende dall’elevato numero di distretti muscolari che partecipano all’esecuzione motoria, che devono essere coordinati contemporaneamente e dalla sensibilità dell’analizzatore tattile di decodificare le informazioni circa il tipo di palla e le rotazioni impresse alla stessa dall’avversario. 


L’alto livello di coordinazione richiesto può essere raggiunto tramite l’automatizzazione del gesto (es. caricamento e  scaricamento del corpo durante il gesto tecnico attraverso gli arti inferiori). Il suddetto metodo permette di fornire al soggetto informazioni aggiuntive sull’azione da eseguire attraverso la modalità visiva, uditiva e tattile. 

Predisponendo la ruota di una bicicletta con un raggio adeguato all’altezza dell’atleta, dotandola di una campanella e situando alla fine del movimento una barra, forniamo al soggetto informazioni diversificate:

1) ottiche attraverso la barra e la ruota;

2) uditive mediante il suono della campanella

3) tattili attraverso il contatto con la ruota.

Le informazioni fornite contemporaneamente all’esecuzione del movimento, permettono lo sviluppo di sensazioni cinestetiche, tattili ed uditive. Ciò contribuisce all’esecuzione del movimento con parametri spaziali e temporali esatti eseguendo l’atto motorio con la maggiore  rotazione favorita dal potenziamento dell’analizzatore tattile. Il sopracitato esempio permette di comprendere la concretizzazione del metodo, al fine di eliminare errori automatizzati presenti nella gestualità dei soggetti. Ogni correzione è individualizzata ed adattata alle potenzialità, al tipo di disabilità del soggetto, alla sua tecnica, modificando la sua prestazione. Nella rimozioni degli errori, il soggetto, mediante un processo imitativo,  riceve una serie di informazioni acustiche, (brevi indicazioni verbali ), ottiche (dimostrazione di una parte del movimento, immagine della posizione delle parti del corpo in rapporto tra loro), ed anche cinestetiche (contatto con la racchetta di muscoli e articolazioni intensità della tensione muscolare etc.),. 


Il consolidamento delle informazioni ricevute crea un modello di tecnica  gestuale esecutiva corretta. Se il soggetto sviluppa il modello in forma di rappresentazione interiore, immagine mentale, trova poi la sua espressione concreta in quei movimenti messi in atto ad imitazione del modello stesso. Per eliminare errori tecnici di vario tipo adottando comunque lo stesso metodo, possiamo utilizzare procedure diverse; la scelta dipende dal livello prestazionale, dall’età, e dalle caratteristiche psichiche degli atleti (intelligenza, capacità di concentrazione, capacità di decodificare le sensazioni cinestetiche e la capacità di riprodurre movimenti di ampiezze diverse) ma fondamentalmente dal livello di difficoltà del movimento e dal tipo di errori. 


Per esempio, nella correzione di movimenti errati, attraverso le ripetizioni  si può far eseguire ad occhi chiusi il movimento; in questo modo il soggetto è costretto a concentrarsi, ciò è indispensabile per analizzare le informazioni cinestetiche del proprio corpo. Al termine dell’esercizio il soggetto dovrà riferire le sensazioni provate nel corso dell’esecuzione del movimento, mediante il confronto con i risultati dell’osservazione dell’allenatore, tramite l’integrazione delle due informazioni. Durante l’allenamento è possibile eseguire gli stessi esercizi ad occhi aperti. Per gli esercizi con gestualità più difficile, il processo di eliminazione degli errori va svolto in modo opposto; occorre avvalersi anche delle informazioni ottiche ed acustiche, anche se le informazioni cinestetiche mantengono un ruolo prioritario. È proprio per mantenere questa funzione, le informazioni ottiche devono essere limitate consentendo all’atleta solo una visione parziale o in condizioni di difficoltà (es. con un solo occhio aperto). Prima dell’inizio della serie di ripetizioni al soggetto va chiarito l’obiettivo, in modo che predisponga un atteggiamento positivo, e cerchi di evitare gli errori,; ad ogni ripetizione è opportuno discutere e valutare l’esecuzione con il soggetto ponendo l’accento sugli aspetti positivi e su ciò che egli è riuscito a fare correttamente, per ottenere un maggior impegno ed un maggior auto coinvolgimento.  Si possono anche utilizzare durante l’esercizio segnali convenuti, soprattutto acustici, allo scopo di dare informazioni relative a parametri sostanziali del movimento come frequenza, intensità ed ampiezza. Per concludere, tornando al metodo, possiamo affermare che la sua efficacia dipende dai seguenti fattori:


Esatta identificazione delle cause responsabili della scorretta esecuzione del movimento

Livello di coordinazione posseduta dal soggetto

Utilizzazione di metodi semplificati.


(articolo di Salvatore Caruso scritto nell'ottobre del 2015 e che si può trovare al suo blog al seguente indirizzo: tennistavolo e disabilità)
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Mi ripropongo di tornare successivamente su questa pagina ed arricchirla nel tempo con contributi su questo tema, in base anche all'interesse dei miei lettori manifestato su questo argomento. Se volete dimostrare il vostro gradimento, scrivetelo nei commenti. 
Vi è stata d'aiuto l'AI ChatGPT?
Grazie per l'attenzione.

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